Si tratta di un lavoro molto sfidante, che ha un forte impatto sulle comunità
Lo è certamente: mi trovo continuamente di fronte a piccoli e grandi ostacoli da superare, ma lo faccio sempre con entusiasmo.
Organizzare gli incontri con i genitori, per esempio non è per nulla semplice: molti di loro non hanno telefono né elettricità e l’unico modo per contattarli è fare passaparola con i vicini.
Le grandi distanze e la mancanza di mezzi di comunicazione efficaci rendono tutto molto complicato. Anche assicurarmi che, alla fine di ogni trimestre, i genitori prendano visione delle pagelle dei figli non è semplice come potrebbe sembrare: molti di loro sono analfabeti e a volte i report vengono smarriti o addirittura nascosti dai bambini meno disciplinati.
Quando i bambini si ammalano, vengo avvisata dalle scuole e mi assicuro che i genitori li facciano curare al meglio, vincendo il timore degli ospedali e dei medici.
La comunità in cui vive la famiglia ha un’influenza molto rilevante: per esempio, può capitare che la malattia venga vista come conseguenza di un maleficio e i genitori nutrano poca fiducia nella medicina. Sta a me aiutarli a capire e superare i loro timori.
Affronto ogni giorno consapevole che porterà di certo qualche novità. A volte sarò felice e a volte arrabbiata, ma sempre contenta di aver scelto questo lavoro.